Discussione:
Bireli Lagrene
(troppo vecchio per rispondere)
Domingo
2005-09-11 15:02:39 UTC
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Sono rimasto due giorni abbacinato dalla visione di un video in dvd, un
concerto di Bireli Lagrene e Sylvain Luc in duo risalente al 2000.

Sono praticamente dei mostri, in particolare Lagrene che suona la chitarra
con une disinvoltura impressionante, ha una padronanza assoluta della
tstiera e sembra quasi che a un certo punto stia per buttar via la chitarra
per dire "troppo facile dai... datemi qualcosa di più difficile da fare..."

Il risultato è che sono rimasto depresso per due giorni consecutivi, con che
coraggio mi metto a suonare la chitarra quando c'è gente così...?

In realtà dopo un po' ho superato lo sconforto e l'abbacinamento iniziale e
mi sono fermato a considerare che in effetti quello di Lagrene è "uno
stile", uno dei tanti, molto brillante e basato soprattutto sulla abilità
virtuosistica dello strumentista. E' del resto un tratto tipico dei
chitaristi, difficilmente si vedrà un concerto di un sassofonista teso
prevalentemente a mettere in risalto la propria abilità (più facile invece
che lo faccia un pianista).

Esaminando più da vicino l'aspetto musicale, direi che in effetti preferisco
ancora di gran lunga un musicista intimista come Jim Hall il cui chitarrismo
è scevro da cliché (che abbondano invece nello stile dei due francesi) e
teso molto di più verso l'espressività.

In definitiva Lagrene abbaglia con la sua tecnica ma da un punto di vista
compositivo non ha ancora prodotto niente di rilevante per il jazz e la
musica in generale, lo definirei una sorta di Steve Vai jazzistico, ottimo
inserito in un contesto dove vi sia un leader che sappia sfruttare al meglio
le sua capacità ma un po' "fine a sé stesso" quando lasciato da solo.

Sylvain Luc, che impiega delle chitarre elettroacustice Godin (mentre
Lagrene si affida ad una splendida Gibson Super V), è anch'egli molto
agguerrito tecnicamente e si è forse lasciato prendere la mano in una sorta
di "duello" senza vincitori. Alla fine il pubblico più scafato avrà pensato
"molto bravi, adesso però andiamo ad ascoltare della musica"...

Conclusioni: magari suonassi io come Lagrene ma se potessi scegliere tra la
sua abilità tecnica e la musicalità di Hall non avrei dubbi...

--
Domingo
***@hotmail.com
http://xoomer.virgilio.it/domingo/
ICQ# 74281872
ago
2005-09-11 18:22:28 UTC
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Post by Domingo
Conclusioni: magari suonassi io come Lagrene ma se potessi scegliere tra la
sua abilità tecnica e la musicalità di Hall non avrei dubbi...
:-)))
luvi
2005-09-11 22:29:09 UTC
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Post by Domingo
Sono rimasto due giorni abbacinato dalla visione di un video in dvd, un
concerto di Bireli Lagrene e Sylvain Luc in duo risalente al 2000.
L'introduzione mi stava un pò preoccupando... la conclusione mi trova in
perfetta sintonia!

... fermo restando che i due "gaglioffi" in questione sono entrambi dei veri
pezzi da '90!! :-))))))))))

L.
semidiminuito
2005-09-12 12:04:23 UTC
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Post by Domingo
Sono rimasto due giorni abbacinato dalla visione di un video in dvd, un
concerto di Bireli Lagrene e Sylvain Luc in duo risalente al 2000.
dev'essere quello che ho visto anche io qualche tempo fa (ci dovrebbe
essere un cenno in qualche mio post vecchio)
E' quello dove ad un certo punto Bireli Lagrene suona mi pare sia
"estate", partendo scordato e cercando di accordarsi.. senza peraltro
riuscirci.. :-)
Post by Domingo
Il risultato è che sono rimasto depresso per due giorni consecutivi, con che
coraggio mi metto a suonare la chitarra quando c'è gente così...?
queste cose sono un'arma a doppio taglio... ti stimolano e ti
schiacciano...
io le supero pensando che se tutti ragionassero così, ci sarebbero in giro
solo dischi di un solo artista, "il migliore".. ma visto che così non è,
forse uno spazietto piccolo piccolo anche per noi c'è! .-)
Post by Domingo
In definitiva Lagrene abbaglia con la sua tecnica ma da un punto di vista
compositivo non ha ancora prodotto niente di rilevante per il jazz e la
musica in generale, lo definirei una sorta di Steve Vai jazzistico, ottimo
inserito in un contesto dove vi sia un leader che sappia sfruttare al meglio
le sua capacità ma un po' "fine a sé stesso" quando lasciato da solo.
Sylvain Luc, che impiega delle chitarre elettroacustice Godin (mentre
Lagrene si affida ad una splendida Gibson Super V), è anch'egli molto
agguerrito tecnicamente e si è forse lasciato prendere la mano in una sorta
di "duello" senza vincitori. Alla fine il pubblico più scafato avrà pensato
"molto bravi, adesso però andiamo ad ascoltare della musica"...
ho visto entrambi in concerto da solo, ma sia in quell'occasione, che nel
concerto in dvd di cui parliamosono rimasto folgorato alla "poesia" di
Sylvain Luc e mediamente annoiato da Bireli...
Non credo si tratti solo di virtuosismi... ma di "espressività"...
Bireli è un mostro, ma fa cose già sentite...
Più difficile, sempre secondo me, è rimanere annoiati da Sylvain Luc, che
certo sfoggia anche lui i "trucchi", ma a ben vedere sempre in funzione
del "discorso" che sta facendo in quel momento...

La sua Godin la spreme proprio...

m7b5

P.S.: ammetto di essere "di parte". Si capisce chi dei due è il mio
preferito? hehe :-)
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
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Domingo
2005-09-12 17:08:54 UTC
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Post by semidiminuito
Post by Domingo
Sono rimasto due giorni abbacinato dalla visione di un video in dvd, un
concerto di Bireli Lagrene e Sylvain Luc in duo risalente al 2000.
dev'essere quello che ho visto anche io qualche tempo fa (ci dovrebbe
essere un cenno in qualche mio post vecchio)
E' quello dove ad un certo punto Bireli Lagrene suona mi pare sia
"estate", partendo scordato e cercando di accordarsi.. senza peraltro
riuscirci.. :-)
Esatto è proprio quello, tra l'altro non so se hai notato che umanamente i
due sono molto simpatici, gigioneggiano molto tra di loro e assomigliano,
anche fisicamente, a... Stanlio e Ollio... :-)
--
Domingo
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ICQ# 74281872
Angelo
2005-09-12 12:51:20 UTC
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Post by Domingo
In definitiva Lagrene abbaglia con la sua tecnica ma da un punto di vista
compositivo non ha ancora prodotto niente di rilevante per il jazz e la
musica in generale, lo definirei una sorta di Steve Vai jazzistico, ottimo
inserito in un contesto dove vi sia un leader che sappia sfruttare al meglio
le sua capacità ma un po' "fine a sé stesso" quando lasciato da solo.
Conclusioni: magari suonassi io come Lagrene ma se potessi scegliere tra la
sua abilità tecnica e la musicalità di Hall non avrei dubbi...
--
Domingo
Qui mi sa che devo correggere (o tentare di farlo) l'interpretazione
dell'amico Domingo.
Io ho assistito per la prima volta ad un concerto di Lagrene circa 15 anni
fa (se non ricordo male) : era in trio con i mitici Paco DeLucia e J.
McLaughlin. Era appena un ragazzo (mi sembra 18enne) ma ha sbalordito tutti
per la sua tecnica (che ha "oscurato" quella dei due citati) e soprattutto
per la sua grande Musicalità!
Poi lo ho perso di vista rilegandolo tra i musicisti di chitarra acustica
più dediti alla tecnica che allo sviluppo di sonorità jazzistiche.
Fino a quando non mi è capitato tra le mani un suo vecchio CD in trio jazz
(con Ceccarelli e Petersen), in cui suona standards jazz con la semiacustica
elettrica. Il CD si intitola appunto "standards". Lo consiglio vivamente
perché oltre ad essere un gran bel CD jazz di trio con chitarra, ed oltre a
farmi scoprire un Lagrene dal talento jazz smisurato (ascoltatelo e poi
ditemi!), risulta anche molto "didattico" per chi deve studiare il
chitarrismo jazz.
Per cui attenzione a non ghettizzarlo tra i fenomeni da baraccone del
virtuosismo. Ascoltiamo molti lavori (spesso diversi) di un musicista prima
di trarne conclusioni.
Concordo che la musicalità di J.Hall rimane insuperata ormai da decenni, ma
secondo me Lagrene è un artista "musicale" al pari di molti altri
chitarristi jazz più osannati. Forse meno "purista".
Ciao
Angelo
Domingo
2005-09-12 14:57:22 UTC
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Post by Angelo
Per cui attenzione a non ghettizzarlo tra i fenomeni da baraccone del
virtuosismo. Ascoltiamo molti lavori (spesso diversi) di un musicista prima
di trarne conclusioni.
Io di Lagrene ho ascoltato anche i suoi lavori con Larry Coryell (Spaces
Revisited) e con Richard Galliano (New York Tango) e in quei contesti mi era
piaciuto molto di più, ecco perché dico che inserito in un progetto musicale
guidato da musicisti più esperti mi sembra dare il meglio di sé.

Poi è chiaro che si tratta pur sempre di uno che gravita all'interno
dell'Olimpo e a noi poveri mortali rimane solo la consolazione di fare come
la volpe con l'uva... :-)))))
--
Domingo
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Aldo Meola
2005-09-12 16:26:33 UTC
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Post by Domingo
Io di Lagrene ho ascoltato
Scusate se mi inserisco... io con Lagrene ho avuto una esperienza
mistica... l'ho visto in trio con un batterista X che non ricordo e con
il mitico Jaco. Non faccio commenti perchè ancora oggi, se ci ripenso,
mi commuovo.
SubC
2005-09-13 13:40:17 UTC
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Post by Angelo
Poi lo ho perso di vista rilegandolo tra i musicisti di chitarra acustica
più dediti alla tecnica che allo sviluppo di sonorità jazzistiche.
Fino a quando non mi è capitato tra le mani un suo vecchio CD in trio jazz
(con Ceccarelli e Petersen), in cui suona standards jazz con la semiacustica
elettrica. Il CD si intitola appunto "standards". Lo consiglio vivamente
perché oltre ad essere un gran bel CD jazz di trio con chitarra, ed oltre a
farmi scoprire un Lagrene dal talento jazz smisurato (ascoltatelo e poi
ditemi!), risulta anche molto "didattico" per chi deve studiare il
chitarrismo jazz.
Sono un grande estimatore di Lagrene, il video in questione non l'ho
visto, ma ho il cd "Duet" di Luc Lagrene. Dall'ascolto poi di "Live in
Marciac", "Blue Eyes" ed in generale condivido l'opinione espressa dai
+ in questo NG: un grande, sbilanciato un pochino sul virtuosismo.
Ho anche il cd "Standard", molto bello. Pero' si discosta poco da un
approccio virtuosistico e solo in alcuni pezzi, tanto per citarne uno
in "Nuages". Onestamente lo trovo poco didattico, per altro come
Lagrene in genere, ad esempio nella versione di "Autumn Leaves" è
quasi difficile trovare il tema...
Discorso a parte merita l'album Gipsy Project in cui Lagrene torna al
Manouche. Il suo senso musicale (ovviamente sempre di conserva con il
virtuosismo che non gli fa difetto) a mio modo di vedere qui viene
fuori in modo apprezzabile.

A proposito di Manouche: a Torino questo fine settimana per le vie di
Borgo Dora ci sarà il festival Manouche, con rassegna cinematografica,
espisizione di liutai e ovviamente concerti e jam session
http://www.torinocultura.it/servlet/page?_pageid=223&_dad=portal30&_schema=PORTAL30&idRassegna=3297&idCanale=0&t=0

Buona vita a tutti
Angelo
2005-09-13 13:56:11 UTC
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Il 13-09-2005 15:40, nell'articolo
Post by SubC
Post by Angelo
Poi lo ho perso di vista rilegandolo tra i musicisti di chitarra acustica
più dediti alla tecnica che allo sviluppo di sonorità jazzistiche.
Fino a quando non mi è capitato tra le mani un suo vecchio CD in trio jazz
(con Ceccarelli e Petersen), in cui suona standards jazz con la semiacustica
elettrica. Il CD si intitola appunto "standards". Lo consiglio vivamente
perché oltre ad essere un gran bel CD jazz di trio con chitarra, ed oltre a
farmi scoprire un Lagrene dal talento jazz smisurato (ascoltatelo e poi
ditemi!), risulta anche molto "didattico" per chi deve studiare il
chitarrismo jazz.
Sono un grande estimatore di Lagrene, il video in questione non l'ho
visto, ma ho il cd "Duet" di Luc Lagrene. Dall'ascolto poi di "Live in
Marciac", "Blue Eyes" ed in generale condivido l'opinione espressa dai
+ in questo NG: un grande, sbilanciato un pochino sul virtuosismo.
Ho anche il cd "Standard", molto bello. Pero' si discosta poco da un
approccio virtuosistico e solo in alcuni pezzi, tanto per citarne uno
in "Nuages". Onestamente lo trovo poco didattico, per altro come
Lagrene in genere, ad esempio nella versione di "Autumn Leaves" è
quasi difficile trovare il tema...
.. Quello di nascondere un tema "troppo scontato" non è una invezione di
Lagrene su Autumn Leaves, ma una usanza vecchia e spesso dimenticata. Ma è
già un insegnamento quello di capire che si può fare!!!
Hai ascoltato le sostituzione armoniche fatte in molti di quegli standards?
Hai ascoltato le citazioni ai fiati del bebop?
Hai ascoltato il modo di accompagnare? Ad esempio su How Insensitive durante
l'assolo del basso pone l'accento come pochi fanno!
C'è una stella by starlight stile Farlow, piena di richiami alla tradizione
chitarristica che se studiati ed assimilati arricchiscono il linguaggio di
ognuno!!
Potrei ancora parlare delle esecuzioni di Donna Lee, Ornithology, Body and
soul, etc.. Prova a rallentare i soli ed a studiarli : sono una miniera di
informazioni.
Ma dove trovi tra i chitarristi moderni un CD suonato bene e pieno di
standards "didattici"???
Io penso che sia una fortuna che esistano. Su brani originali e più
difficile "rubare"!!! :-))
E si sa : nel jazz tutti hanno cominciato con il "rubare"!!! Poi , se c'è il
talento, allora.....!! Ma è una favola di pochi!!
Ciao
Angelo
SubC
2005-09-13 14:25:16 UTC
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Post by Angelo
.. Quello di nascondere un tema "troppo scontato" non è una invezione di
Lagrene su Autumn Leaves, ma una usanza vecchia e spesso dimenticata. Ma è
già un insegnamento quello di capire che si può fare!!!
Hai ascoltato le sostituzione armoniche fatte in molti di quegli standards?
Hai ascoltato le citazioni ai fiati del bebop?
Hai ascoltato il modo di accompagnare? Ad esempio su How Insensitive durante
l'assolo del basso pone l'accento come pochi fanno!
Occorre secondo me mettersi d'accordo su che cosa si intende per
"didattico" e che cosa "virtuosistico", altrimenti la sola esecuzione
di uno standard diventerebbe di per se "didattica".
Diversamente anche "How insensitive" di Martino in Footprints (che per
altro adoro) potrebbe essere definita didattica, a mio modo di vedere
non lo è, è espressione del virtuosismo di Martino. Diciamo che trovo
più "didattica" la versione di "Autumn Leaves" contenuta in "Alone
Together" di Carter-Hall.
Post by Angelo
Ma dove trovi tra i chitarristi moderni un CD suonato bene e pieno di
standards "didattici"???
Basta cercare, qua e la si trovano cose molto interessanti. A me piace
molto ascoltare Anthony Wilson accompagnare la Krall o Al Jarreau.
Senza voler fare polemica, per carità. Nel mio caso ogni volta che
leggo vostri post imparo qualcosa.
Ciao
Angelo
2005-09-13 14:43:30 UTC
Permalink
Il 13-09-2005 16:25, nell'articolo
Post by SubC
Post by Angelo
.. Quello di nascondere un tema "troppo scontato" non è una invezione di
Lagrene su Autumn Leaves, ma una usanza vecchia e spesso dimenticata. Ma è
già un insegnamento quello di capire che si può fare!!!
Hai ascoltato le sostituzione armoniche fatte in molti di quegli standards?
Hai ascoltato le citazioni ai fiati del bebop?
Hai ascoltato il modo di accompagnare? Ad esempio su How Insensitive durante
l'assolo del basso pone l'accento come pochi fanno!
Occorre secondo me mettersi d'accordo su che cosa si intende per
"didattico" e che cosa "virtuosistico", altrimenti la sola esecuzione
di uno standard diventerebbe di per se "didattica".
Diversamente anche "How insensitive" di Martino in Footprints (che per
altro adoro) potrebbe essere definita didattica, a mio modo di vedere
non lo è, è espressione del virtuosismo di Martino. Diciamo che trovo
più "didattica" la versione di "Autumn Leaves" contenuta in "Alone
Together" di Carter-Hall.
Post by Angelo
Ma dove trovi tra i chitarristi moderni un CD suonato bene e pieno di
standards "didattici"???
Basta cercare, qua e la si trovano cose molto interessanti. A me piace
molto ascoltare Anthony Wilson accompagnare la Krall o Al Jarreau.
Senza voler fare polemica, per carità. Nel mio caso ogni volta che
leggo vostri post imparo qualcosa.
Ciao
Senza vena polemica.
Didattico per me è poter ascoltare degli standards (quindi armonie BEN
conosciute) suonate bene da grandi musicisti, ma suonate anche in maniera
comprensibile (ad uno studio "neofita").
Il brano che hai citato, invece è stato da me indicato, in un vecchio post,
come "didattico". Perché in quel brano Martino ci fa capire il suo tipico
fraseggio, e la sua tradizione. In molti altri dischi Martino non è così
semplice e comprensibile.
Quindi , al di la del relativismo delle parole, "didattico" sta per cosa che
ha un ruolo anche di insegnamento (.. Per i più).
E' logico che poi sul termine possiamo "farci notte".
Carter e Hall da te citati sono altrettanto didattici in quel brano, anche
se più "classici". Inoltre in quel brano manca il confronto con la batteria
che nel trio jazz chitarristico è la situazione più frequente e stimolante.
Spero di essere stato chiaro.
Ciao
Angelo
SubC
2005-09-14 07:40:23 UTC
Permalink
Post by Angelo
Senza vena polemica.
Didattico per me è poter ascoltare degli standards (quindi armonie BEN
conosciute) suonate bene da grandi musicisti, ma suonate anche in maniera
comprensibile (ad uno studio "neofita").
Ecco, io sono proprio un neofita e concordo sulla tua definizione di
didattico.
Post by Angelo
Il brano che hai citato, invece è stato da me indicato, in un vecchio post,
come "didattico". Perché in quel brano Martino ci fa capire il suo tipico
fraseggio, e la sua tradizione. In molti altri dischi Martino non è così
semplice e comprensibile.
Come ti dicevo apprezzo molto quella versione di "How insensitive",
tuttavia il mio approccio a quel brano è un più emozionale che
altro. Nel senso che mi è difficile CAPIRE e quindi imparare ciò che
Martino fa, già solo la velocità di esecuzione dei solo mi lascia
attonito. Diversamente ho una versione di Joe Diorio dello stesso
standard che ritengo molto più didattica, certamente pero' molto meno
originale.
Post by Angelo
Quindi , al di la del relativismo delle parole, "didattico" sta per cosa che
ha un ruolo anche di insegnamento (.. Per i più).
E' logico che poi sul termine possiamo "farci notte".
No, no.... come ti dicevo non volevo fare polemica, ma semplicemente
approfondire questi temi, per me cmq interessanti, con persone
competenti.
Ciao!
alessandro
2005-09-14 12:21:50 UTC
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non vorrei sollevare un vespaio...!!!!

ma Bireli e uno dei grandi...!!!!
Yeah...



preferisco un chitarrista che ....come B.Lagrene nell'album Blue Eyes sul
tema Witchcraft
sbaglia credendo che ci sia ancora una A , invece che la B.

ma la sua forza stà nel fatto che non la reincisa...la tenuta
com'era.....yeah
Angelo
2005-09-14 13:11:04 UTC
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Il 14-09-2005 9:40, nell'articolo
Post by SubC
Post by Angelo
Senza vena polemica.
Didattico per me è poter ascoltare degli standards (quindi armonie BEN
conosciute) suonate bene da grandi musicisti, ma suonate anche in maniera
comprensibile (ad uno studio "neofita").
Ecco, io sono proprio un neofita e concordo sulla tua definizione di
didattico.
Post by Angelo
Il brano che hai citato, invece è stato da me indicato, in un vecchio post,
come "didattico". Perché in quel brano Martino ci fa capire il suo tipico
fraseggio, e la sua tradizione. In molti altri dischi Martino non è così
semplice e comprensibile.
Come ti dicevo apprezzo molto quella versione di "How insensitive",
tuttavia il mio approccio a quel brano è un più emozionale che
altro. Nel senso che mi è difficile CAPIRE e quindi imparare ciò che
Martino fa, già solo la velocità di esecuzione dei solo mi lascia
attonito. Diversamente ho una versione di Joe Diorio dello stesso
standard che ritengo molto più didattica, certamente pero' molto meno
originale.
Al proposito, se accetti un consiglio di chi ha speso anni a comprare e
leggere metodi per chitarra jazz, direi che nello zaino di un buon allievo
jazzista ci devono essere quattro cose :
- BUONI dischi da ascoltare religiosamente
- l'omnibook di Parker da leggere pagina per pagina, come il Vangelo
- un programmino per il computer che rallenta i soli
- un metronomo
Il resto (metodi, maestri, scuole, etc.) sono un di più, utile ma non
necessario.
Ciao
Angelo
Domingo
2005-09-14 15:48:16 UTC
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Post by Angelo
- BUONI dischi da ascoltare religiosamente
- l'omnibook di Parker da leggere pagina per pagina, come il Vangelo
- un programmino per il computer che rallenta i soli
- un metronomo
Il resto (metodi, maestri, scuole, etc.) sono un di più, utile ma non
necessario.
Se posso aggiungere un elemento, indicherei _un solo_ testo, il Jazz Theory
Book of Mark Levine.
--
Domingo
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